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Cristiano Vaccaro

Oggi ho 58 anni. Dopo il diploma nel 1987 conseguito presso la scuola professionale di teatro Circo a Vapore (oggi Scuola professionale di Teatro) inizio a lavorare con la stessa compagnia in qualità di attore. Per la stessa compagnia e nello stesso anno inizio l’attività di insegnante. Sempre come insegnante, nel corso degli anni ’90 collaboro con numerose scuole e associazioni, quali l’associazione Orto dell’arte, l’associazione culturale Controchiave, la compagnia Danza Oggi, la scuola Pietro Sharoff, la compagnia Isole Traverse, il Teatro Totò di Roma. (Roma), la compagnia Spifferi Assassini. Dal ’96 e per tre anni sono assistente di Dacia Maraini presso l’associazione Alberto Moravia nei corsi da lei tenuti di scrittura teatrale (Roma-Teatro Due, 1996/’98). Ancora negli anni ’90 e per tre stagioni collaboro, sempre in qualità di docente, con la compagnia Giocoteatro di Claudio Boccaccini. Per cinque anni organizzo corsi di aggiornamento per insegnanti e operatori di comunità per l’Istituto di Ricerca e Psicodiagnostica, con sede in Roma. Apro nel ’98 una piccola sala teatrale che prosegue ininterrottamente l’attività sino al 2010. Dal 2002 al 2012 insegno voce, movimento scenico, interpretazione per le classi amatoriali e professionali della scuola di formazione dell’attore Teatro Azione. Nel 2007 sono uno dei fondatori dell’associazione teatrale “La Piccola Stanza”. Nel 2013 sono uno dei fondatori della compagnia Nogu Teatro. In questo periodo insieme a Nogu organizzo il festival teatrale di teatro di ricerca “No.P.S.” (Nuove Opportunità per la Scena). Insegno per il “Teatro Antigone” di Roma. Fondo il blog di teatro di ricerca, sperimentazione e innovazione “Interneteatro!”.  Dal 2020 collaboro in qualità di insegnante con l’associazione “Emozioni in Teatro”. Dal 2017 ad oggi insegno discipline teatrali per le classi del Teatro Testaccio.

 

Realizzo atti unici o spettacoli didattici tratti da W. Allen, E. Albee, F. Arrabal, S. Beckett, S.Benni, G. Boccaccio, E. Bogosian, H. Boll, B. Brecht, A. Cechov, A. De Carlo, M. de Ghelderode, C. Dickens, E. Erba, Euripide, G. Feydeau, D. Fo, R. Garcia, J. Girardoux, H. Ibsen, E. Ionesco, A. Jarry, J.  Joyce, F. Kafka, G.Manfridi, Moliére, E. O’Neill, J. Osborne, F. Paravidino, D. Parker, L. Pirandello, H. Pinter, Plauto, M.Praga, R. Quenau, E. Rohmer, E. Rostand, W. Shakespeare, S.Shepard, Sofocle, A. Strindberg, O. Wilde, T. Williams. V. Wolf, K. Valentin.

 

Conduco negli anni stage e seminari di interpretazione teatrale, voce, dizione, storia del teatro, tecniche di movimento, commedia dell’arte, clown, maschera neutra, scrittura teatrale, interpretazione cinematografica, regia, public speaking, comunicazione aziendale.

 

Parallelamente all’attività di insegnante, in qualità di regista metto in scena adattamenti da (in ordine di messa in scena) “Adamo, Eva e il terzo sesso” di B. Vian,  “Sottobanco” di D. Starnone; “Domanda di Matrimonio”, “L’Orso”, “L’Anniversario”, “Il danno del tabacco” di A. Cechov; “Delitti esemplari” di M. Aub, “Odd il Maligno” di Truman Capote, “Oceano Mare” di A. Baricco, “La casa di Bernarda Alba” di G. Lorca; “Perelà uomo di fumo” di A. Palazzeschi, “”Chiaro di Luna” di S. Shepard, “Il re muore” di E. Ionesco, “Il Minotauro”, di F. Durrenmatt, “Amleto” di W. Shakespeare, “Giulietta e Romeo di W. Shakespeare,  “Otello” di W. Shakespeare, , “In mezzo al mare” di S. Mrozek, “Iliade” da Omero e A. Baricco, “Ubu Re” di A. Jarry, “Antigone” da Sofocle e J. Anouilh, “Da New York a Detroit” di D. Parker, “Il gioco dell’Epidemia” di E. Ionesco, “La cantatrice calva” di E. Ionesco, “Chiaro di Luna” da P. Shaffer, “Preghiera” di F. Arrabal, “Round” di R. Garcia, “Omaggio a Campanile” da A. Campanile, “Cechoviana” da A. Cechov, “Edipo re” di Sofocle, “Shakespeariana” da W. Shakespeare, “L’anima buona del Sezuan” di B. Brecht, “L’opera da tre soldi” di B. Brecht, “Sarah” da “L’amante” e “Tempi difficili” di H. Pinter, “Il malato immaginario” di Molière, “L’Aumento” da G. Perec, “Parti Mobili” da R. Garcia e M. Crimp, “Omaggio a Woody Allen” da W. Allen, “Harry ti presento Sally” dal film di R. Reiner, “Aspettando Godot” di S. Beckett, “Da giovedì a Giovedì” di A. De Benedetti”, “Le regole del saper vivere nella società moderna” di J. L. Lagarce, “L’amor onesto” da C. Goldoni.

 

Per G. Rossi dirigo “Im-marginati”, “I nostri motivi”, “Bibliotechite”. Per i corsi di scrittura teatrale di D. Maraini dirigo “Fidanzati polipi e serpenti”; “La famiglia Centofanti”; “Il testimone”; Per Marzia G. Lea Pacella dirigo “Organizzazione perfetta” e “Miriam & Giulia”; Per S. Longo dirigo “Io e Peter Pan” e “Ma tu chi sei”, “Gli opinionisti” di M.Borghi.

 

Scrivo, dirigo ed interpreto “Istruzioni  per l’uso” (1996), “Cose dell’altro mondo” (1997), “Mento pur sapendo di mentire” (1997), “Il Permesso” (1998), “S.Ma.C” (2001), “Le smanie di Gabriele” (2003), “Oh, Dèi!” (2005),  “Tempi difficili”  (2006), “Uomini in mutande” (2007), “Il moro e la bionda” (2008), “Inferno Familiare” (2009), “Pensare con la testa di un altro” (2011), “Confessione” (2013), “Claustrofobia” (2013),  “Oltre la soglia, i deportati nel ghetto di Terezin” (2016), “Caravaggio” (2019), “Il cuore del mondo, l’incredibile vita di Tamara de Lempicka” (2019), “Come loro” (2020).

 

Proseguo in maniera pressoché costante, quando l’insegnamento lo permette, l’attività di regista e attore.

 

 FLICKR

Didattica

 

L’attore deve potersi confrontare con il maggior numero possibile di testi (teatrali in senso classico, performativi, televisivi o cinematografici). Non e’ un’impresa facile. Le qualità richieste nelle varie condizioni sceniche sono molto diverse. Soltanto per fare alcuni esempi, la cinepresa esalta micro-reazioni quasi del tutto inefficaci in teatro; il palco pretende sollecitazioni psico-fisiche (e vocali) spesso inadatte ai video; l’improvvisazione performativa è sostenuta da dinamiche del tutto proprie. Esistono poi “stili” elaborati in rapporto ai singoli autori. Sofocle e Shakespeare, Cechov o Brecht suggeriscono tecniche interpretative molto dissimili. O ancora, e più semplicemente, il “comico” richiede doti diverse rispetto al “drammatico”.

Queste possibilità interpretative (ne ho citate qui solo alcune) hanno una radice comune: il corpo dell’attore. L’attore è “strumento fisico” della propria arte (declinabile in “tecniche” e “metodi”) e deve sapersi utilizzare in quanto tale, scegliendo uno o più “forme” che “sente” adatte a sé, ampliandole per quanto possibile e approfondendole sempre più. E’ il corpo d’attore che da sostanza e coerenza a qualsiasi possibilità scenica.

Da qui inizia la mia proposta didattica, dalla fondamentale esplorazione che ogni interprete ha l’obbligo di intraprendere (vocalmente, fisicamente ed emotivamente) rispetto al proprio “corpo scenico”, cioè sottoposto allo sguardo dell’”altro”, sia esso spettatore teatrale o cinematografico. La conquista di questo “corpo in attenzione” (straordinariamente efficace e duttile quando applicato all’analisi del testo, alla costruzione del personaggio, all’improvvisazione, nell’incontro con il pubblico) è l’obiettivo principale del mio lavoro di formatore.

   

Il metodo

 

Nel percorso di avvicinamento alla messa in scena (teatrale, performativa, cinematografica) propongo lo studio di tre partiture fondamentali.

 

Partitura vocale.

 

La fonazione è intesa come strumento di lavoro e d’espressione. In questa fase si forma l’indispensabile bagaglio tecnico-vocale dell’attore. Nel corso dello studio sono esaminate: la respirazione diaframmatica, l’emissione vocale, le principali formanti e relative risonanze, i meccanismi fisici riguardanti tono, ritmo e volume, l’articolazione delle vocali e delle consonanti, la dizione, le frasi cosiddette “lineari” e “colloquiali”, la produzione dei sottotesti legati allo stato emotivo dell’attore e del personaggio. Ogni passaggio viene esaminato alla luce delle dinamiche sia teatrali che cinematografiche, utilizzando testi classici o di autori universalmente riconosciuti (ad esempio Shakespeare, Goldoni, Cechov, Brecht). Gli allievi imparano a “manovrare” il copione considerando le richieste solitamente formulate dalle compagnie teatrali durante le prime letture “a tavolino”, ponendo tra l’altro particolare attenzione alla scelta e all’esecuzione dei brani da presentare ai provini. Da questo lavoro di ricerca verranno consolidate le sequenze di training che permetteranno agli attori di restare “in voce” e di esplorare e accrescere la propria capacità fonatoria e interpretativa.

 

Partitura fisica.

E’ il momento del lavoro muscolare riguardante le possibilità fisiche del corpo d’attore in rapporto allo spazio scenico: controllo del baricentro e del tono muscolare, utilizzo dell’escursione articolare e della respirazione, ampliamento del raggio fisico d’attenzione, utilizzazione espressiva dell’oggetto scenico, presenza ed aggressività scenica, comunicazione “orizzontale” (tra attori) e “verticale” (con lo spettatore).

Tramite tecniche di rilassamento, improvvisazione e training guidati l’interprete forma una “grammatica del corpo” che lo porterà all’elaborazione e all’approfondimento degli schemi fisici richiesti dai compiti interpretativi (distinguendo naturalmente tra teatrali, performativi o cinematografici) legati al personaggio.

Partitura emotiva

  

Una volta acquisite le minime capacità tecniche necessarie, l’attore affronterà finalmente il cuore di ogni “sistema” o “metodo” scenico, cioè la partitura emotiva.

Possono essere distinti due tipi di partiture. La prima riguarda generalmente il corpo emotivo del personaggio (i suoi ricordi, i pensieri, le sensazioni derivanti dall’immediatezza dell’azione drammaturgica, le aspettative riguardo al futuro, etc.) ed e’ fondamentale nell’analisi delle azioni fisiche richieste dal testo.

La seconda partitura è propria del corpo emotivo dell’attore (la sua vita reale da porre al servizio del testo). Dalla fusione delle due dinamiche (del personaggio e dell’attore) nasce quella che viene solitamente definita “interpretazione organica”, una forma di presenza scenica autonoma, creata a partire dall’interprete e diretta emotivamente dalle esigenze del testo.

Al livello di formazione più avanzato gli allievi sperimenteranno stili, testi e autori teatrali di diversa natura: la tragedia greca, la commedia latina, la commedia dell’arte, l’improvvisazione, il clown, la maschera neutra, il teatro elisabettiano e il classico francese, Cechov, Brecht, Pinter, il teatro dell’assurdo, sino all’improvvisazione performativa, per approdare finalmente alle tecniche per la migliore resa cinematografica.

Dove siamo

Via Romolo Gessi 8, Roma

Cristiano Vaccaro

Oggi ho 58 anni. Dopo il diploma nel 1987 conseguito presso la scuola professionale di teatro Circo a Vapore (oggi Scuola professionale di Teatro) inizio a lavorare con la stessa compagnia in qualità di attore. Per la stessa compagnia e nello stesso anno inizio l’attività di insegnante. Sempre come insegnante, nel corso degli anni ’90 collaboro con numerose scuole e associazioni, quali l’associazione Orto dell’arte, l’associazione culturale Controchiave, la compagnia Danza Oggi, la scuola Pietro Sharoff, la compagnia Isole Traverse, il Teatro Totò di Roma. (Roma), la compagnia Spifferi Assassini. Dal ’96 e per tre anni sono assistente di Dacia Maraini presso l’associazione Alberto Moravia nei corsi da lei tenuti di scrittura teatrale (Roma-Teatro Due, 1996/’98). Ancora negli anni ’90 e per tre stagioni collaboro, sempre in qualità di docente, con la compagnia Giocoteatro di Claudio Boccaccini. Per cinque anni organizzo corsi di aggiornamento per insegnanti e operatori di comunità per l’Istituto di Ricerca e Psicodiagnostica, con sede in Roma. Apro nel ’98 una piccola sala teatrale che prosegue ininterrottamente l’attività sino al 2010. Dal 2002 al 2012 insegno voce, movimento scenico, interpretazione per le classi amatoriali e professionali della scuola di formazione dell’attore Teatro Azione. Nel 2007 sono uno dei fondatori dell’associazione teatrale “La Piccola Stanza”. Nel 2013 sono uno dei fondatori della compagnia Nogu Teatro. In questo periodo insieme a Nogu organizzo il festival teatrale di teatro di ricerca “No.P.S.” (Nuove Opportunità per la Scena). Insegno per il “Teatro Antigone” di Roma. Fondo il blog di teatro di ricerca, sperimentazione e innovazione “Interneteatro!”.  Dal 2020 collaboro in qualità di insegnante con l’associazione “Emozioni in Teatro”. Dal 2017 ad oggi insegno discipline teatrali per le classi del Teatro Testaccio.

 

Realizzo atti unici o spettacoli didattici tratti da W. Allen, E. Albee, F. Arrabal, S. Beckett, S.Benni, G. Boccaccio, E. Bogosian, H. Boll, B. Brecht, A. Cechov, A. De Carlo, M. de Ghelderode, C. Dickens, E. Erba, Euripide, G. Feydeau, D. Fo, R. Garcia, J. Girardoux, H. Ibsen, E. Ionesco, A. Jarry, J.  Joyce, F. Kafka, G.Manfridi, Moliére, E. O’Neill, J. Osborne, F. Paravidino, D. Parker, L. Pirandello, H. Pinter, Plauto, M.Praga, R. Quenau, E. Rohmer, E. Rostand, W. Shakespeare, S.Shepard, Sofocle, A. Strindberg, O. Wilde, T. Williams. V. Wolf, K. Valentin.

 

Conduco negli anni stage e seminari di interpretazione teatrale, voce, dizione, storia del teatro, tecniche di movimento, commedia dell’arte, clown, maschera neutra, scrittura teatrale, interpretazione cinematografica, regia, public speaking, comunicazione aziendale.

 

Parallelamente all’attività di insegnante, in qualità di regista metto in scena adattamenti da (in ordine di messa in scena) “Adamo, Eva e il terzo sesso” di B. Vian,  “Sottobanco” di D. Starnone; “Domanda di Matrimonio”, “L’Orso”, “L’Anniversario”, “Il danno del tabacco” di A. Cechov; “Delitti esemplari” di M. Aub, “Odd il Maligno” di Truman Capote, “Oceano Mare” di A. Baricco, “La casa di Bernarda Alba” di G. Lorca; “Perelà uomo di fumo” di A. Palazzeschi, “”Chiaro di Luna” di S. Shepard, “Il re muore” di E. Ionesco, “Il Minotauro”, di F. Durrenmatt, “Amleto” di W. Shakespeare, “Giulietta e Romeo di W. Shakespeare,  “Otello” di W. Shakespeare, , “In mezzo al mare” di S. Mrozek, “Iliade” da Omero e A. Baricco, “Ubu Re” di A. Jarry, “Antigone” da Sofocle e J. Anouilh, “Da New York a Detroit” di D. Parker, “Il gioco dell’Epidemia” di E. Ionesco, “La cantatrice calva” di E. Ionesco, “Chiaro di Luna” da P. Shaffer, “Preghiera” di F. Arrabal, “Round” di R. Garcia, “Omaggio a Campanile” da A. Campanile, “Cechoviana” da A. Cechov, “Edipo re” di Sofocle, “Shakespeariana” da W. Shakespeare, “L’anima buona del Sezuan” di B. Brecht, “L’opera da tre soldi” di B. Brecht, “Sarah” da “L’amante” e “Tempi difficili” di H. Pinter, “Il malato immaginario” di Molière, “L’Aumento” da G. Perec, “Parti Mobili” da R. Garcia e M. Crimp, “Omaggio a Woody Allen” da W. Allen, “Harry ti presento Sally” dal film di R. Reiner, “Aspettando Godot” di S. Beckett, “Da giovedì a Giovedì” di A. De Benedetti”, “Le regole del saper vivere nella società moderna” di J. L. Lagarce, “L’amor onesto” da C. Goldoni.

 

Per G. Rossi dirigo “Im-marginati”, “I nostri motivi”, “Bibliotechite”. Per i corsi di scrittura teatrale di D. Maraini dirigo “Fidanzati polipi e serpenti”; “La famiglia Centofanti”; “Il testimone”; Per Marzia G. Lea Pacella dirigo “Organizzazione perfetta” e “Miriam & Giulia”; Per S. Longo dirigo “Io e Peter Pan” e “Ma tu chi sei”, “Gli opinionisti” di M.Borghi.

 

Scrivo, dirigo ed interpreto “Istruzioni  per l’uso” (1996), “Cose dell’altro mondo” (1997), “Mento pur sapendo di mentire” (1997), “Il Permesso” (1998), “S.Ma.C” (2001), “Le smanie di Gabriele” (2003), “Oh, Dèi!” (2005),  “Tempi difficili”  (2006), “Uomini in mutande” (2007), “Il moro e la bionda” (2008), “Inferno Familiare” (2009), “Pensare con la testa di un altro” (2011), “Confessione” (2013), “Claustrofobia” (2013),  “Oltre la soglia, i deportati nel ghetto di Terezin” (2016), “Caravaggio” (2019), “Il cuore del mondo, l’incredibile vita di Tamara de Lempicka” (2019), “Come loro” (2020).

 

Proseguo in maniera pressoché costante, quando l’insegnamento lo permette, l’attività di regista e attore.

 

 FLICKR

Didattica

 

L’attore deve potersi confrontare con il maggior numero possibile di testi (teatrali in senso classico, performativi, televisivi o cinematografici). Non e’ un’impresa facile. Le qualità richieste nelle varie condizioni sceniche sono molto diverse. Soltanto per fare alcuni esempi, la cinepresa esalta micro-reazioni quasi del tutto inefficaci in teatro; il palco pretende sollecitazioni psico-fisiche (e vocali) spesso inadatte ai video; l’improvvisazione performativa è sostenuta da dinamiche del tutto proprie. Esistono poi “stili” elaborati in rapporto ai singoli autori. Sofocle e Shakespeare, Cechov o Brecht suggeriscono tecniche interpretative molto dissimili. O ancora, e più semplicemente, il “comico” richiede doti diverse rispetto al “drammatico”.

Queste possibilità interpretative (ne ho citate qui solo alcune) hanno una radice comune: il corpo dell’attore. L’attore è “strumento fisico” della propria arte (declinabile in “tecniche” e “metodi”) e deve sapersi utilizzare in quanto tale, scegliendo uno o più “forme” che “sente” adatte a sé, ampliandole per quanto possibile e approfondendole sempre più. E’ il corpo d’attore che da sostanza e coerenza a qualsiasi possibilità scenica.

Da qui inizia la mia proposta didattica, dalla fondamentale esplorazione che ogni interprete ha l’obbligo di intraprendere (vocalmente, fisicamente ed emotivamente) rispetto al proprio “corpo scenico”, cioè sottoposto allo sguardo dell’”altro”, sia esso spettatore teatrale o cinematografico. La conquista di questo “corpo in attenzione” (straordinariamente efficace e duttile quando applicato all’analisi del testo, alla costruzione del personaggio, all’improvvisazione, nell’incontro con il pubblico) è l’obiettivo principale del mio lavoro di formatore.

  

Il metodo

 

Nel percorso di avvicinamento alla messa in scena (teatrale, performativa, cinematografica) propongo lo studio di tre partiture fondamentali.

 

Partitura vocale.

 

La fonazione è intesa come strumento di lavoro e d’espressione. In questa fase si forma l’indispensabile bagaglio tecnico-vocale dell’attore. Nel corso dello studio sono esaminate: la respirazione diaframmatica, l’emissione vocale, le principali formanti e relative risonanze, i meccanismi fisici riguardanti tono, ritmo e volume, l’articolazione delle vocali e delle consonanti, la dizione, le frasi cosiddette “lineari” e “colloquiali”, la produzione dei sottotesti legati allo stato emotivo dell’attore e del personaggio. Ogni passaggio viene esaminato alla luce delle dinamiche sia teatrali che cinematografiche, utilizzando testi classici o di autori universalmente riconosciuti (ad esempio Shakespeare, Goldoni, Cechov, Brecht). Gli allievi imparano a “manovrare” il copione considerando le richieste solitamente formulate dalle compagnie teatrali durante le prime letture “a tavolino”, ponendo tra l’altro particolare attenzione alla scelta e all’esecuzione dei brani da presentare ai provini. Da questo lavoro di ricerca verranno consolidate le sequenze di training che permetteranno agli attori di restare “in voce” e di esplorare e accrescere la propria capacità fonatoria e interpretativa.

 

Partitura fisica.

E’ il momento del lavoro muscolare riguardante le possibilità fisiche del corpo d’attore in rapporto allo spazio scenico: controllo del baricentro e del tono muscolare, utilizzo dell’escursione articolare e della respirazione, ampliamento del raggio fisico d’attenzione, utilizzazione espressiva dell’oggetto scenico, presenza ed aggressività scenica, comunicazione “orizzontale” (tra attori) e “verticale” (con lo spettatore).

Tramite tecniche di rilassamento, improvvisazione e training guidati l’interprete forma una “grammatica del corpo” che lo porterà all’elaborazione e all’approfondimento degli schemi fisici richiesti dai compiti interpretativi (distinguendo naturalmente tra teatrali, performativi o cinematografici) legati al personaggio.

Partitura emotiva

 

Una volta acquisite le minime capacità tecniche necessarie, l’attore affronterà finalmente il cuore di ogni “sistema” o “metodo” scenico, cioè la partitura emotiva.

Possono essere distinti due tipi di partiture. La prima riguarda generalmente il corpo emotivo del personaggio (i suoi ricordi, i pensieri, le sensazioni derivanti dall’immediatezza dell’azione drammaturgica, le aspettative riguardo al futuro, etc.) ed e’ fondamentale nell’analisi delle azioni fisiche richieste dal testo.

La seconda partitura è propria del corpo emotivo dell’attore (la sua vita reale da porre al servizio del testo). Dalla fusione delle due dinamiche (del personaggio e dell’attore) nasce quella che viene solitamente definita “interpretazione organica”, una forma di presenza scenica autonoma, creata a partire dall’interprete e diretta emotivamente dalle esigenze del testo.

Al livello di formazione più avanzato gli allievi sperimenteranno stili, testi e autori teatrali di diversa natura: la tragedia greca, la commedia latina, la commedia dell’arte, l’improvvisazione, il clown, la maschera neutra, il teatro elisabettiano e il classico francese, Cechov, Brecht, Pinter, il teatro dell’assurdo, sino all’improvvisazione performativa, per approdare finalmente alle tecniche per la migliore resa cinematografica.

Dove siamo

Via Romolo Gessi 8,

Roma